"A Settembre dello scorso anno ho subito un infortunio che ha provocato una frattura alla base del V metatarso del piede sx, in sede di volontariato, presso il servizio civile dove sono volontario.
Sono ancora in cura da un ortopedico del pronto soccorso e dal fisiatra riabilitativo. La frattura, nonostante sia passato più tempo, risulta dagli esami rx ancora non consolidata e per questo lo specialista ha ritenuto opportuno rilasciarmi un certificato medico di riposo, per consentirmi di effettuare i dovuti accertamenti con le cure specialistiche del caso, nonché terapie ed esami valutativi. Ma adesso vado al dunque, perché ho richiesto al direttore del conservatorio di potermi assentare dalle lezioni IN PRESENZA, e di poterle seguire da remoto come abbiamo fatto sino a poco tempo fa, vista la pandemia da covid-19.

Protocollando ovviamente il certificato medico e tutta la documentazione relativa all'infortunio. Il direttore purtroppo ha bocciato questa richiesta. Non posso ancora guidare, perché da poco mi è stata diagnosticata una patologia definita clinicamente "rara" (la sindrome ALGODISTROFICA) conseguente al trauma, e per questo, siccome il conservatorio dista ad oltre 100 km dal mio indirizzo di residenza, sono obbligato ad incaricare qualcuno, ed è mio padre che si sacrifica per accompagnarmi in macchina. Nonostante proveniamo da una situazione economica piuttosto drastica, (mio padre infatti è un ex percettore di mobilità in deroga e attuale tirocinante, che per accompagnarmi si trova spesso a dover perdere delle giornate di lavoro; e mia madre, casalinga con problemi di salute, già caregiver di mia zia non autosufficiente, allettata da diversi mesi.)

E' un diritto richiedere di svolgere le lezioni da casa in un periodo di infortunio, sono assenze giustificate? Oppure è ragionevole chiedere un trasferimento, [questi consentito dal direttore dell'attuale conservatorio di musica], (ma che proposto al direttore dell'istituto musicale più vicino al mio domicilio) ha già archiviato e respinto tale richiesta, poiché fatta ad anno accademico avviato, nonostante le comprovate esigenze motorie e di salute.

Difatti ho contattato il direttore come sottolineavo in alto, per la richiesta di trasferimento in entrata, ma ha rifiutato questa concessione.. (Nonostante si tratti di salute). Devo così perdere un anno accademico invano? L'ultimo anno per giunta? Per comprovati motivi di salute? È così che funziona in Italia (o qui al Sud) il cosiddetto DIRITTO ALLO STUDIO?

Ho contattato la REGIONE CALABRIA: gli assessori, la vicepresidenza, la presidenza, gli uffici preposti e di competenza; ma ad oggi dopo settimane: NESSUNA RISPOSTA. E ancora.. Ho contattato le segreterie dei ministri dei seguenti MINISTERI: Università e Ricerca, delle Pari Opportunità, per le Disabilità; nonché la prefettura della mia provincia.. : ignorato anche da quest'ultimi.

Quindi ora faccio un appello scrivendo questo articolo, nella speranza di ricevere al più presto una risposta, che ad oggi non è arrivata nonostante le email già inoltrate sia sugli indirizzi istituzionali che sulle PEC degli uffici miur di competenza, sia i solleciti per mancato riscontro ai vari ministeri citati in alto e alla regione."