Rossano: chiude l’ortopedia. Rimasti solo 2 medici e senza turni di riposo
L’ortopedia di Rossano è al collasso, sono rimasti infatti solo due i medici ortopedici del reparto. Dopo lo spostamento di un collega presso lo spoke di Castrovillari, la situazione è diventata sempre più complicata da gestire.
La chiusura notturna
I responsabili del reparto sono stati costretti a comunicare alla direzione sanitaria l’interruzione nel garantire le emergenze e le urgenze di sala operatoria che nelle ore notturne diventano impossibili da coordinare. Il reparto resta in piedi e mantiene la presenza del personale che garantisca le cure ai pazienti ricoverati, ma i medici non hanno turni di risposo e arrivano a coprire 12 ore di lavoro oltre alle reperibilità h24.
Finora l’aiuto arrivava dall’ospedale di Paola dove dall’ortopedia giungevano medici che, in termini di reperibilità, arrivavano a coprire due turni a settimana, troppo poco per un reparto come quello di Rossano che negli ultimi due mesi ha svolto oltre 150 interventi. Nelle prossime settimane, però, potrebbe venire a mancare il sostegno dei sanitari dell'ospedale di Paola e la situazione rischierebbe di peggiorare ulteriormente.
Le urgenze spostate a Cosenza, Paola o Crotone
Riguardo proprio alle operazioni, degli ortopedici ancora presenti solo uno è attivo in sala operatoria e non riesce a sostenere il peso della richiesta continua da solo e senza riposo. E’ per questo che i dirigenti del reparto hanno fatto sapere al 118 di reindirizzare casi di fratture o incidenti gravi su Cosenza, Paola o addirittura Crotone.
Le attività durante il giorno continuano con difficoltà, i due medici si alternano nei turni di mattina e pomeriggio ma uno dei due non può garantire la reperibilità per alcune patologie di cui soffre e da febbraio 2021 andrà in pensione.
A soffrire non è solo il reparto di ortopedia: le difficoltà, però sono anche quelle legate all’emergenza da coronavirus. Il plesso ospedaliero, infatti, presenta diverse criticità come ad esempio la presenza di numerosi casi covid e la mancanza di percorsi dedicati a questi pazienti.