«Alza gli occhi verso il mare, che s’è fatto tenero. Come il cielo, come il Vesuvio Grande e indifferente. Un piccolo sospiro di rimpianto. Non osa chiedere: vorrebbe, però. Ritrovarli tutti nell’abbraccio di Dio sarebbe bello. Così, invece, che rimane? Niente il resto di niente».

È il passaggio finale di Il resto di niente, romanzo in cui Nicola Strianoracconta la vita di Eleonora Fonseca Pimentel e la parabola tragica dellaRepubblica Napoletana.

È il 20 agosto 1799: la nobildonna italo-portoghese sta per salire il patibolo a piazza del Mercato assieme ad altri sette condannati. Per lei “il resto di niente” è solo un modo di dire, perché nel giro di un’ora riceverà degna sepoltura.

 

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