"Le chat di classe devo essere usate solo per le emergenze.

Altrimenti stravolgono completamente il rapporto che ci deve essere con le famiglie. Non vogliamo abolirle ma regolamentarle". A ribadirlo è Mario Rusconi presidente Anp (Associazione Nazionale Presidi).

L’associazione nazionale dei presidi del Lazio ha deciso di dire basta e ha promosso la revisione del codice deontologico interno, fermo al 2012, con tanto di stretta all’uso e abuso dei social network soprattutto per i prof.

Gli esempi di vita vissuta che cita Rusconi sono tantissimi: "C'è il genitore che dice perchè mio figlio ha preso 7 e non 8?" oppure "perchè avete spiegato con due mesi di ritardo la perifrastica passiva?" ed ancora: "perchè aveva cambiato posto a mio figlio che prima stava vicino a Stefano e ora è accanto a Piero?". "Prima di essere preside - racconta Rusconi - sono stato insegnante di latino e greco e purtroppo questo tipo di cose capitano".

Le chat di classe secondo il presidente devono essere adoperate "in via solamente emergenziale quando succedono dei fatti molto gravi: all'improvviso la sera precedente alla partenza all'aeroporto una gita viene sospesa. Normalmente si adopera il registro elettronico, spesso però i genitori la sera non lo vedono. Invece mandare una comunicazione su chat viene vista immediatamente, ma deve essere limitata proprio ai casi di emergenza: il ragazzo sta male, una classe ha avuto un incidente e così via".