Non ci sono sbarre, non ci sono differenze, non ci sono errori quando si è in famiglia. E’ per questo che il carcere “Rosetta Sisca” di Castrovillari ha aderito alla “partita con papà” che ha visto giocare nel campo sportivo del penitenziario bambini di ogni età, figli dei detenuti, che hanno trascorso due ore di normalità e divertimento.

I bimbi si sono divertiti insieme ai ragazzi dell’A.S.D Domenico Franco, in un contesto dove la mente non teneva conto di celle, di prigioni e reati: c’erano solo madri e padri che riempivano di baci i propri figli, che si lasciavano andare ad abbracci e manifestazioni d’affetto guardandoli felici correre dietro ad un pallone.

La giornata di festa ha visto il sostegno anche delle associazioni cittadine come Anpana e Croce Rossa che hanno fornito ai bambini acqua, succhi di frutta e merendine per giocare in sicurezza. Ma la manifestazione ha registrato per la prima volta anche “la partita con mamma”, il medesimo progetto che viene svolto al femminile solo nel carcere di Rebibbia e in quello di Castrovillari con il coordinamento dell’associazione Bambini senza sbarre. “Giugno equivale a carceri aperte – spiega Carmen Rosato, referente regionale dell’associazione – al fine di supportare le relazioni genitoriali. Bambini senza sbarre da 19 anni si occupa della tutela dei figli dei detenuti attraverso una sensibilizzazione a livello nazionale”.

Per molti ragazzi è stata la prima volta che i propri genitori li hanno visti giocare, come per Iyasu, (nome di fantasia) che sogna di fare il calcatore mentre sua madre sconta il carcere a Castrovillari: “è stato bellissimo per me oggi – dice Iyasu mentre la sua mamma lo stringe forte, quasi a non volerlo mai più lasciare – il mio sogno è quello di giocare in nazionale”. Un sogno che sua madre ha tutta l’intenzione di coltivare mentre lo guarda orgogliosa, con gli occhi lucidi: “tra sette mesi, quando uscirò, farò di tutto per realizzare il suo sogno e farlo andare avanti, qualsiasi cosa vorrà fare, io sono pronta, sarò sempre con lui”.

E poi c’erano i più piccoli che hanno fatto correre, forse più degli altri, le mamme e i papà per poi abbandonarsi tra le braccia forti dei propri genitori, sicuri e finalmente uniti, senza limiti.

“La manifestazione Carceri aperte ha voluto a Castrovillari invertire la categoria classica – ha dichiarato il direttore del carcere, Giuseppe Carrà – non più una partita tra papà ma un momento di divertimento per i bambini che hanno imparato dalla scuola calcio di Domenico Franco le regole di una disciplina che unisce ed insegna. Il connubio tra i figli di genitori ristretti e i figli della società civile, per noi ha un duplice obiettivo: quello di farli conoscere giocando insieme ed abbattere ogni pregiudizio”.

E’ così che il penitenziario “R. Sisca” vuole coniugare l’estetica all’etica: da una parte lo sport, che fa bene e rinvigorire il corpo, dall’altra la moralità, acquisendo quelle regole che insegnano al genitore detenuto a disegnare un futuro diverso per i propri figli ed ai bambini stessi di sentirsi accolti dalla società.