I militari della stazione CC Cirò hanno notato un fabbricato in costruzione nella località Santa Focà, un agglomerato di case sparse in un’area agricola priva di opere di urbanizzazione, all’interno della ZPS (zona di protezione speciale) Marchesato e fiume Neto della rete Natura 2000. Gli accertamenti avviati presso l’ufficio tecnico comunale, titolare della vigilanza sull’attività urbanistica - edilizia nel territorio, hanno fatto emergere che il manufatto era del tutto privo di titoli abilitativi legittimanti l’edificazione. È stato così posto sotto sequestro per bloccarne il proseguimento della condotta illegale.
La costruzione è ad un piano fuori terra e si sviluppa su una pianta poligonale estesa circa 280 mq, di cui circa 33 mq destinati ad autorimessa – deposito, oggettivamente non proprio piccola per un fabbricato ricadente in area agricola, anche ai sensi dello strumento urbanistico vigente. Essa si presentava completa di infissi esterni, con le pareti interne ed esterne intonacate e i pavimenti completati, come pure gli impianti idrico ed elettrico. Il proprietario del lotto di terreno ha accatastato il fabbricato, l’ha allacciato alla reti dei servizi, ha finanche chiesto di fissare la sua residenza nell’immobile che, allo stato degli atti così come dichiarato dall’ufficio tecnico comunale, è del tutto abusivo. In un certo senso è come se i diversi uffici dell’Amministrazione comunale non dialogassero fra loro e anche con le società che forniscono i servizi pubblici. Sembrerebbe proprio il caso di affermare che la mano destra non sappia quello che fa la sinistra. Eppure ciò avviene in piena epoca in cui dilaga l’uso di banche dati relazionali, applicate a tutti gli ambiti, anche quelli più impensabili, delle attività.
Il titolare dell’area, un artigiano quarantenne originario di Strongoli, è stato deferito alla Procura della Repubblica per violazioni alla normativa edilizia.