Ogni famiglia italiana spreca in media quasi 20 kg di cibo all'anno, pari a 370 grammi a settimana.

Una quantità allineata con quanto misurato in Olanda (365 g/settimana) e più bassa di quanto rilevato in Spagna (534 g), Germania (534 g) e Ungheria (464 g). I dati, relativi al 2018, sono dell'Osservatorio Sprechi alimentari del Crea Alimenti e Nutrizione, e li ha presentati Laura Rossi, nutrizionista e coordinatore dell'Osservatorio e membro del comitato scientifico della Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu), nel corso del 43/mo Congresso della società.




Dimensione familiare e spreco alimentare sono positivamente correlati, ma guardando ai dati pro-capite si osserva un maggior spreco nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, si riscontra una certa propensione di spreco alimentare nei segmenti di età più giovane e tra i nuclei familiari con maggiori disponibilità economiche.Di contro, la consapevolezza delle famiglie dell'impatto negativo dello spreco su diversi ambiti è piuttosto elevata. L'impatto economico è il più sentito (70%), di gran lunga superiore a quello sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%). Per ridurre gli sprechi alimentari, la Sinu fornisce alcune buone pratiche da mettere in atto nella vita familiare e quotidiana. Si passa dal pianificare il menù settimanale al definire le quantità da acquistare, al fare la spesa dopo mangiato e mai a stomaco vuoto. Altri suggerimenti sono imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono, imparare a leggere l'etichetta e il riutilizzo degli avanzi, seguire la dieta mediterranea e le porzioni consigliate di ciascun alimento, preferire porzioni piccole e, infine, educare le nuove generazioni.