La Procura della Repubblica di Salerno, competente per le inchieste in cui sono indagati magistrati del Distretto di Catanzaro, ha chiesto il rinvio a giudizio delle persone coinvolte nell'indagine su presunti illeciti attribuiti alla Procura della Repubblica di Castrovillari.
Gli indagati sono il Procuratore Eugenio Facciolla; l'agente della Polizia stradale di Cosenza Vito Tignanelli, amministratore di fatto della Stm srl, che fornisce apparecchiature per intercettazioni; Carmine Greco, comandante della forestale di Cava di Melis (Cosenza); Alessandro Nota, carabiniere in servizio anche lui a Cava di Melis, e Marisa Aquino, moglie di Tignanelli e titolare della Stm.

"L’appalto del noleggio delle apparecchiature per eseguire le intercettazioni in cambio di un’utenza telefonica e dell’impianto di videosorveglianza per la sua abitazione privata. Ma anche false annotazioni di servizio per coprire un carabiniere finito nei guai per i suoi rapporti con soggetti legati alle cosche. Corruzione in atti d’ufficio e falsità ideologica. Due accuse pesantissime per il magistrato calabrese nei confronti del quale il procuratore vicario di Salerno Luca Masini e il pm Vincenzo Senatore hanno chiesto il rinvio a giudizio. I rapporti tra il magistrato Facciolla e il poliziotto Tignanelli, i pm di Salerno li definiscono “relazioni personali risalenti a circa venti anni addietro”. I due indagati, però, sarebbero legati anche da un “medesimo disegno criminoso” secondo cui Facciolla, “per l’esercizio delle sue funzioni”, avrebbe “affidato il noleggio di apparecchiature nell’ambito di attività di intercettazione alla Stm srl unipersonale”. Per capire le cifre è sufficiente leggere una nota della guardia di finanza in cui c’è scritto che dal solo ufficio guidato da Facciolla la Stm ha incassato “in totale la somma di 761.837,99 euro”. (Da "Il Fatto Quotidiano")

L'udienza preliminare é stata fissata dal gup di Salerno Giandomenico D'Agostino per il prossimo 27 novembre.