Oggi, martedì 13 Giugno, si festeggia S. Antonio di Padova.





Tra i Santi più venerati dai cristiani cattolici di tutto il mondo e tra i più amati dal popolo calabrese, esso costituisce un elemento importante della cultura religiosa e storica del nostro territorio, avendo fatto tappa - durante la sua vita - in diversi luoghi della Calabria che - ad oggi - costituiscono i punti in cui vengono celebrate le Sante Messe in onore del Santo.




Di stirpe nobile e di origini portoghese, si affacciò alla fede dapprima da canonico regolare per poi divenire frate francescano, dell’Ordine dei Frati Minori.



Nella sua vita viaggiò molto: Portogallo, Francia, Italia, ed è proprio qui che conobbe San Francesco di Assisi (fondatore dell’Ordine che da lui prese il nome).




Dopo un solo anno dalla sua morte, venne canonizzato dalla Chiesa, nella persona di papa Gregorio IX, in considerazione della mole di miracoli attribuitagli.






Sono stati attribuiti numerosissimi miracoli ed episodi che lo hanno reso così importante come figura religiose. Tra questi viene ricordato l’episodio in cui fu visto contemporaneamente a Padova e a Lisbona, luogo in cui stava tenendo una predica; il miracolo della mula che, dopo il digiuno durato tre giorni, anziché mangiare, si inginocchiò d’innanzi l’Ostia, favorendo così la conversione del padrone precedentemente ateo; la predica dei pesci che a migliaia affiorarono dall’acqua per ascoltarlo, dopo che gli eretici avevano impedito alla gente di rivolgergli la parola; il miracolo del neonato che parlando disse al padre che era suo figlio, in quanto il genitore pensava che fosse nato dal tradimento della moglie.




Il fiore che lo rappresenta è il giglio, che tiene sul palmo della mano, mentre sostiene Gesù Bambino fra le braccia. Questo fiore simboleggia la purezza che contraddistingue il Santo, poichè da nobile qual era si rese povero e divenne testimone del brano evangelico di Matteo:




“E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.” Capitolo 6 (versetti 28-30)



Nei gigli di campo, sono indicate due cose: la sodezza della santità e la perfezione della carità. Il campo è il mondo (cf. Mt 13,38): Per questo Cristo stesso si gloria di essere un fiore di campo, quando dice nel Cantico dei Cantici: “Io sono il fiore del campo” (Ct 2,1).





Abbiate sempre l’umiltà nei vostri cuori, caratteristica fondamentale che sta alla base dell'autentica vita cristiana, perchè è dimora della carità."






Nella giornata odierna chi porta questo nome è usanza cristiana cattolica festeggiarlo.




Fonte Foto: Francesco Fusco. La splendida Statua si trova a Scala Coeli, in provincia di Cosenza.
Fonte Info: Noi Calabresi Che