Negli ordini religiosi "si deve forse rivedere il modo di esercitare il servizio dell'autorità.


Infatti è necessario vigilare sul pericolo che esso possa degenerare in forme autoritarie, a volte dispotiche, con abusi di coscienza o spirituali che sono terreno propizio anche per abusi sessuali, perché non si rispetta più la persona e i suoi diritti".

Così il Papa, per cui vi è anche "il rischio che l'autorità venga esercitata come privilegio, per chi la detiene o per chi la sostiene, quindi anche come una forma di complicità tra le parti, affinché ognuno faccia quello che vuole, favorendo così paradossalmente una specie di anarchia".

Nel discorso scritto consegnato dal Pontefice durante l'udienza ai partecipanti alla 98/a Assemblea dell'Unione Superiori Generali (Usg), Francesco auspica "che il servizio dell'autorità venga esercitato sempre in stile sinodale, rispettando il diritto proprio e le mediazioni che esso prevede, per evitare sia l'autoritarismo, sia i privilegi, sia il 'lasciar fare'; favorendo un clima di ascolto, di rispetto per l'altro, di dialogo, di partecipazione e di condivisione". Secondo il Papa, "i consacrati, con la loro testimonianza, possono apportare molto alla Chiesa in questo processo di sinodalità che stiamo vivendo. Purché voi siate i primi a viverla: a camminare insieme, ad ascoltarvi, a valorizzare la varietà dei doni, ad essere comunità accoglienti". In questa prospettiva, sottolinea, "rientrano anche i percorsi di valutazione di idoneità e attitudine, perché possa avvenire nel modo migliore un rinnovamento generazionale alla guida degli istituti. Senza improvvisazioni". Infatti, per il Pontefice "la comprensione dei problemi attuali, spesso inediti e complessi, comporta un'adeguata formazione, altrimenti non si sa bene dove andare e si "naviga a vista". Inoltre, "una riorganizzazione o riconfigurazione dell'istituto va fatta sempre nella salvaguardia della comunione, per non ridurre tutto ad accorpamenti di circoscrizioni, che poi possono risultare non facilmente gestibili o motivo di contrasti". Al riguardo, conclude Francesco, "è importante che i superiori stiano attenti a evitare che qualche persona non sia ben occupata, perché questo, oltre a danneggiare i soggetti, genera tensioni nella comunità".

"Purtroppo le donne molto spesso non soltanto si trovano sole ad affrontare certe situazioni di violenza ma poi quando il caso viene denunciato non ottengono giustizia o i tempi della giustizia sono troppo lunghi, interminabili. Su questo bisogna vigilare, migliorare senza cadere nel giustizialismo". Così il Papa. "Lo Stato deve garantire che il caso sia accompagnato in ogni fase e la vittima possa ottenere al più presto giustizia. E bisogna che le donne siano 'messe in salvo', cioè occorre fare in modo che esse siano al sicuro dalle minacce attuali e anche dalle recidive che purtroppo sono frequenti anche dopo l'eventuale pena".

Ricevendo in udienza in Vaticano i componenti della Direzione Centrale Anticrimine, guidati dal capo della polizia Lamberto Giannini, il Papa si è detto contento di poterli incontrare "proprio all'indomani della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, promossa dalle Nazioni Unite". "Quest'anno - ha sottolineato - il tema è un appello ad unirsi nella lotta per liberare le donne e le bambine dalle diverse forme di violenza, che purtroppo è permanente, è diffusa ed è trasversale rispetto al corpo sociale". Il Pontefice ha ringraziato "sia per il lavoro che portate avanti con impegno professionale e umano, sia perché, chiedendo di incontrarmi in questa circostanza, richiamate l'attenzione di tutti sull'esigenza di unire le forze per questo obiettivo di dignità e di civiltà". Ed inoltre "per il servizio che fate ogni giorno alla società italiana". Purtroppo, ha proseguito Francesco, "la cronaca ci riporta continuamente notizie di violenze contro donne e bambine. E voi siete un punto di riferimento istituzionale per contrastare questa realtà dolorosa". "Ci sono tra voi molte donne - ha quindi osservato -, e questa è una grande risorsa: donne che aiutano altre donne, che potete meglio capirle, ascoltarle, sostenerle". "Immagino quanto dev'essere impegnativo per voi, come donne, portare interiormente il peso delle situazioni che incontrate, e che vi coinvolgono sul piano umano - ha riconosciuto il Papa -. Penso quanto è preziosa per questo lavoro una mirata preparazione psicologica. E, mi permetto di aggiungere, anche spirituale, perché solo a livello profondo si può trovare e custodire una serenità e una calma che permettono di trasmettere fiducia a chi è preda di violenze brutali". A tale proposito, il Pontefice ha ricordato "quella forza interiore" mostrata da "tante donne cristiane, alcune delle quali veneriamo come martiri: da Agata e Lucia fino a Maria Goretti e Suor Maria Laura Mainetti". Per papa Bergoglio, la Giornata internazionale di quest'anno "chiama ad unirsi per combattere insieme ogni forma di violenza contro le donne": e "per vincere questa battaglia non basta un corpo specializzato, per quanto efficiente; non bastano l'opera di contrasto e le necessarie azioni repressive". "Bisogna unirsi, collaborare, fare rete: e non solo una rete difensiva, ma soprattutto una rete preventiva! - ha richiamato - Questo è sempre decisivo quando si cerca di eliminare una piaga sociale che è legata anche ad atteggiamenti culturali, a mentalità e pregiudizi radicati".

Papa Francesco ha nominato nunzio apostolico presso l'Unione Europea mons. Noel Treanor, finora vescovo di Down and Connor (Irlanda), elevandolo al contempo alla dignità di arcivescovo. Lo rende noto il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.