Unica abitante di Cavallerizzo
Signora che accarezza cane

Cavallerizzo è un piccolo borgo arroccato sulle colline della Calabria, un tempo abitato da una comunità che, come molte altre in Italia, viveva di agricoltura, pastorizia e forti legami sociali. Tuttavia, il destino di Cavallerizzo è stato segnato da un evento catastrofico: una frana che ha colpito il paese nel 2005, costringendo i suoi abitanti ad abbandonare le proprie case e trasferirsi altrove. Tra le macerie di un passato ormai andato, una donna ha scelto di restare: Liliana Bianco, l'ultima abitante di Cavallerizzo.

La storia

Questa è la storia di una donna e del suo straordinario attaccamento alla terra natale, della sua scelta di vivere sola in un paese abbandonato, sfidando la natura e il tempo. Liliana non è solo una testimone del declino di Cavallerizzo, ma anche un simbolo di resilienza, memoria e radicamento.

Il paese fantasma di Cavallerizzo

Cavallerizzo era un tipico borgo rurale calabrese, caratterizzato da stradine strette, case in pietra e una popolazione che, per secoli, aveva vissuto seguendo i cicli della natura. Le origini del paese risalgono all'epoca normanna, e per secoli la comunità locale ha prosperato grazie all'agricoltura e alla pastorizia, come molti altri paesi dell'entroterra calabrese. Ma come spesso accade nei piccoli borghi italiani, con il passare del tempo, l'emigrazione, la modernizzazione e il cambiamento dei modelli economici hanno portato Cavallerizzo verso un lento ma inesorabile spopolamento.

Tuttavia, la vera tragedia che ha colpito il paese è arrivata nel 2005, quando una massiccia frana ha devastato gran parte delle abitazioni e costretto i residenti ad abbandonare definitivamente il borgo. Il terreno instabile, dovuto alla geologia locale, ha reso impossibile la ricostruzione o la messa in sicurezza del paese. Le autorità decisero di evacuare la popolazione, offrendo nuove abitazioni in una località poco distante, chiamata Cavallerizzo Nuovo. Ma non tutti hanno accettato questa nuova vita. Liliana Bianco, tra tutti gli abitanti, ha rifiutato di lasciare la sua casa.

Liliana Bianco: una vita di radici e resistenza
Liliana Bianco è nata e cresciuta a Cavallerizzo, e per lei quel borgo rappresenta molto più di un semplice agglomerato di case. È la terra dove sono cresciuti i suoi antenati, dove ha trascorso la sua infanzia, e dove ha costruito i suoi ricordi più preziosi. Quando la frana del 2005 ha colpito, Liliana si è trovata di fronte a una scelta difficile: seguire il resto degli abitanti nel nuovo villaggio o restare e lottare per mantenere vivo il suo legame con quella terra.

La sua decisione di restare ha sorpreso molti, ma per Liliana è stata una scelta naturale. In un mondo in cui sempre più persone si spostano alla ricerca di migliori opportunità o condizioni di vita, Liliana ha scelto di rimanere ancorata alle sue radici. Nonostante l'isolamento e la difficoltà di vivere in un paese che ormai era diventato un "fantasma", Liliana ha trovato nella solitudine una forma di pace e resistenza.

La quotidianità di una vita in solitudine
Vivere in un paese abbandonato non è facile. Non ci sono negozi, né servizi, né vicini con cui parlare. Ma Liliana ha imparato a cavarsela da sola, adattandosi alle difficoltà e trovando un nuovo ritmo di vita. Ogni giorno, Liliana si prende cura della sua casa e del giardino che ha piantato per mantenere vivo il legame con la terra. Il silenzio del paese, interrotto solo dal vento che soffia tra le case vuote, è diventato la sua compagnia quotidiana.

Senza elettricità e con un accesso limitato all'acqua, Liliana deve fare affidamento su risorse limitate. Tuttavia, la sua forza interiore le permette di affrontare queste sfide con calma e determinazione. Ogni gesto quotidiano, che per molti potrebbe sembrare banale o scontato, per lei è una forma di resistenza: mantenere in vita una casa e un giardino in un paese che tutti hanno abbandonato è il suo modo di dire che Cavallerizzo non è morto.

La solitudine come scelta consapevole
Nonostante la vita di Liliana possa sembrare triste o isolata, per lei è una scelta consapevole. La solitudine non è una condanna, ma una forma di libertà. In un'epoca in cui la maggior parte delle persone vive connessa costantemente a dispositivi tecnologici, Liliana ha scelto di disconnettersi da quel mondo per connettersi profondamente con se stessa e con la natura che la circonda.

Le giornate trascorrono in silenzio, tra il lavoro in giardino, la cura della casa e le lunghe passeggiate tra le rovine del paese. Ogni tanto, Liliana riceve visite dai pochi ex-abitanti che ritornano per salutare il borgo natale o da curiosi che sono affascinati dalla sua storia. Ma per il resto del tempo, la sua compagnia sono gli alberi, le pietre e il vento.

Il valore della memoria
Liliana Bianco non è solo l'ultima abitante di Cavallerizzo, ma anche la sua custode. Il suo ruolo va oltre quello di semplice residente: Liliana è il ponte vivente tra il passato e il presente del paese. Attraverso i suoi ricordi e il suo attaccamento alla terra, Liliana mantiene viva la memoria di Cavallerizzo e delle generazioni che vi hanno vissuto. La sua presenza fisica nel paese abbandonato è un atto di resistenza contro l'oblio.

Raccontare la sua storia è anche raccontare la storia di Cavallerizzo: un paese che non è morto completamente grazie alla sua abitante. Le tradizioni, le storie, i costumi e i valori della comunità sopravvivono attraverso Liliana. Per lei, il dovere di preservare quella memoria è tanto importante quanto la lotta quotidiana per sopravvivere in un ambiente ormai inospitale.

Un futuro incerto
Il futuro di Cavallerizzo, e di Liliana, è incerto. Il paese continuerà a rimanere abbandonato e le condizioni ambientali lo rendono pericoloso. Tuttavia, Liliana è determinata a rimanere fino a quando le sue forze glielo permetteranno. La sua presenza rappresenta una sfida al tempo e al destino di luoghi come Cavallerizzo, che rischiano di essere dimenticati dalla storia.

Le autorità locali, pur riconoscendo il valore simbolico della presenza di Liliana, hanno più volte cercato di convincerla a trasferirsi in una zona più sicura, ma senza successo. Per Liliana, lasciare Cavallerizzo significherebbe abbandonare non solo una casa, ma un’intera vita fatta di memorie e significati.
La storia di Liliana Bianco e di Cavallerizzo è una storia di resistenza, di radici profonde e di attaccamento alla terra. In un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, Liliana rappresenta l’opposto: un esempio di come sia possibile vivere in solitudine e trovare nella propria terra natale tutto ciò di cui si ha bisogno. Anche se vive in un paese abbandonato, Liliana non è sola: ha con sé la memoria di Cavallerizzo e delle generazioni passate, e attraverso di lei, il paese fantasma continua a vivere.

Il coraggio, la determinazione e la resilienza di Liliana sono un esempio straordinario di come il legame con le proprie radici possa superare qualsiasi avversità.