Povertà educativa,zone del nord sotto media al contrario del sud
Una commissione scientifica attivata da Istat ha l'obiettivo di definire le dimensioni della povertà educativa
Una commissione scientifica inter-istituzionale attivata da Istat con l'obiettivo di definire, studiare e quantificare le dimensioni della povertà educativa e costruire parametri e indicatori per la sua misurazione su base territoriale sub regionale.
Il termine dei lavori
La Commissione terminerà il suo lavoro nel 2024 e gli indicatori verranno inseriti nella produzione statistica annuale dell'Istat, per ora ne sono stati individuati 26. "I primi risultati permettono una mappatura del territorio italiano a livello comunale, che ci consente di evidenziare moltissime differenze territoriali, per esempio fra i comuni delle aree urbane e non. Ci sono zone del meridione sopra la media nazionale e zone in Lombardia e Veneto sotto la media sia per risorse disponibili che per esiti individuali", spiega Monica Pratesi, direttrice del Dipartimento per la produzione statistica.
La povertà educativa un fenomeno complesso
La povertà educativa è stata definita come un fenomeno complesso, articolabile in diverse dimensioni. Tra queste, la Commissione ha lavorato, in particolare, sulle risorse educative disponibili e sugli esiti individuali. Per un bambino o un adolescente essere in povertà educativa - sottolinea l'Istat -significa trovarsi in una condizione caratterizzata da una carenza di risorse educative e culturali della comunità di riferimento intesa in senso lato (famiglia, scuola, luoghi di apprendimento e aggregazione, ecc.) e non avere acquisito le competenze cognitive e non cognitive (sociali ed emotive) necessarie per crescere e sviluppare le relazioni con gli altri e per sentirsi parte di una comunità. I risultati di questo esercizio preliminare di valutazione dell'esposizione dei giovani di 0-19 anni al rischio di povertà educativa mette in luce- prosegue l'Istat - una situazione di carenza di risorse educative e di difficoltà negli esiti scolastici più accentuata della media in tutte le tipologie di comune di Sicilia, Puglia e Campania e in molte Zone rurali del Centro-Nord (Lazio, Liguria, Emilia-Romagna). Carenza di risorse ma esiti scolastici migliori della media si osservano in molte aree rurali del Paese, nelle città del Lazio, della Calabria e della Puglia e nei Sobborghi della Lombardia. Una situazione meno compromessa rispetto alla media nazionale sia per risorse sia per gli esiti riguarda la maggior parte delle città del Centro-Nord (fanno eccezione quelle di Piemonte, Liguria e Toscana per gli esiti e le città del Lazio per le risorse) e, nel Mezzogiorno, le città di Abruzzo, Basilicata e Molise. Dotazione relativamente vantaggiosa di risorse ma esiti scolastici peggiori della media caratterizzano le città del Piemonte, della Liguria e della Toscana e città e Sobborghi urbani della Sardegna.