Il boom dei prezzi delle materie prime, su tutti cereali (mais passato da 170 a 287 euro/tonnellata, grano duro da 280 a 522 euro/ton, grano tenero da 186 a 307 euro/ton) e semi oleosi (soia da 357 a 627 euro/ton, farina di soia da 320 a 549 euro/ton) sta mettendo sotto pressione le catene di approvvigionamento a livello mondiale, con la previsione per buona parte del 2022 che i listini si mantengano su livelli alti.

È l'analisi di Ismea, presentata alla 115/A Fieragricola a Verona, dal presidente dell'istituto, Angelo Frascarelli. "In questa fase di incertezza - ha spiegato - le imprese agricole devono diversificare le produzioni e le imprese di trasformazione diversificare le fonti di approvvigionamento, perché la soluzione dell'acquisto di materie prime nel breve periodo può mettere in difficoltà le aziende.


A tutto ciò si aggiungono le tensioni sui prezzi del gas, del petrolio e dell'energia, acuite dalla guerra scatenata dall'invasione russa in Ucraina. "L'agricoltura - ha detto Maurizio Martina, vicedirettore aggiunto della Fao, già ministro delle Politiche agricole - ha davanti a sé tre sfide enormi: la pandemia, i cambiamenti climatici e il conflitto che si è aperto fra Russia e Ucraina". Per questo, secondo Martina, all'Europa serve "un piano di autonomia strategica, che deve riguardare sia l'agroalimentare che l'energia, perché Russia e Ucraina sono player fondamentali dei mercati agricoli globali: insieme rappresentano il 30% del commercio di grano, il 32% dell'orzo, il 50% del volume totale dei semi oleosi, il 18% dei volumi totali del mais".