La Madonna del Pilerio, la cui ricorrenza cade oggi 12 febbraio, salvò Cosenza dalla peste nel 1576, per tale motivo è venerata dai fedeli come protettrice della città e dell'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano.

Il quadro sul quale viene raffigurata risale al XII Secolo e si trova dal 1607 nella cappella appositamente costruita all'interno del duomo di Cosenza, voluta da Giovan Battista Costanzo, per favorire l'afflusso dei pellegrini.

Il nome 'Pilerio' originariamente si pensava provenisse dal francese 'Pilier' ovvero pilastro, quindi secondo l'etimologia latina "Madonna del Pilastro".

Oggi stiamo vivendo un momento storico di pandemia da Sars-Cov2 che non può che suscitare analogie con il culto antico.

La storia


Nel 1576, Cosenza fu colpita da una devastante epidemia di peste che fece numerose vittime; la popolazione ormai allo stremo decise così di rivolgersi a Dio e rifugiarsi nella preghiera. Ed è qui che diventa 'protagonista' la famosa icona. Si narra che un devoto che pregava dinanzi l'emblema notò un gonfiore sul viso della Madonna; sparsa la notizia, una folla si recò ad ammirare l'evento ed è proprio questo che cominciò a far pensare la cittadinanza che la Madonna si stesse facendo carico della peste in città.

Il pensiero di tutti fu poi confermato dal 'tempo', quando l'epidemia iniziò miracolosamente a regredire. Da qui poi, i numerosi pellegrinaggi e l'elezione della Madonna del Pilerio a Patrona Protettrice della città di Cosenza.

Duecentosette anni dopo la peste, un violento terremoto colpì Cosenza, siamo nel 1783 e un nuovo segno venne notato sul viso della Madonna, delle screpolature che poi scomparvero nel tempo.

Il 6 luglio 1798 si stabilì la celebrazione della sua festa il giorno 8 settembre di ogni anno, per la sua Natività, ma a Cosenza non verrà celebrata questo giorno ma il 12 febbraio, per ricordare il rovinoso terremoto che colpì la Calabria proprio in quella data nel 1854.

Per tutti i cosentini oggi è una giornata molto importante in quanto devotissimi alla loro Patrona.