L'asportazione preventiva di ovaie e tube è una strategia da adottare tempestivamente in caso di intervento chirurgico per tumore al seno BRCA 1 oppure 2.




Le pazienti operate di tumore al seno e portatrici di questa mutazione hanno infatti un'evidente diminuzione di mortalità per neoplasia ovarica, rispetto a quelle che non l'hanno effettuata.

 

Lo evidenzia uno studio di ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori Irccs di Milano, pubblicato su Jama Surgery.

I programmi di screening per la neoplasia ovarica non hanno ottenuto i risultati sperati perché anche una diagnosi relativamente precoce non si è tradotta in una riduzione di mortalità.

 

Lo studio di coorte è stato condotto su 480 pazienti che hanno subito un intervento chirurgico per cancro al seno tra il 1972 e il 2019 presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: 290 pazienti (60%) avevano la variante Brca1 e 190 (40%) la variante Brca2.

 

"Le pazienti sono state seguite per lungo tempo, il follow up arriva a 47 anni ed è il più lungo registrato in letteratura - spiega Gabriele Martelli, oncologo, chirurgo senologo all'Int e prima firma dello studio -.

 

Si è visto che nel caso di pazienti portatrici di mutazione germinale Brca1 e 2 operate di neoplasia mammaria e senza asportazione delle ovaie, la mortalità per neoplasia ovarica è decisamente superiore a quella mammaria.

 

È emerso anche che circa il 10% di pazienti con mutazione germinale Brca1 che non si è sottoposta a una ovariectomia profilattica ha manifestato una neoplasia ovarica sotto i 42 anni con una mortalità per questa malattia superiore al 60%.

 

Inoltre nessuna paziente con mutazione Brca2 non sottoposta a ovariectomia ha manifestato un tumore alle ovaie in età giovane.