Successo per due calabresi. Antonio La Camera filmaker e Antonio Romagnoli regista, entrambi di Castrovillari (CS), hanno ricevuto la menzione speciale della Giuria alla Rassegna Internazionale “Vittorio De Seta” tenutasi a Noci in provincia di Bari.

 

 

 

 

 

 

Antonio La Camera con il cortometraggio “Carne e Polvere” “per aver saputo raccontare in pochi minuti, il profondo rapporto esistente tra gli elementi uomo, natura e tempo. Anthropos, oikos e chronos che prendono forma nelle sequenze di un montaggio serrato, mettendo in evidenza la simbiosi del contadino con la terra, attraverso semplici gesti e profondi sguardi con ciò che sta intorno; Antonio Romagnoli “per aver saputo riflettere, attraverso pochissime inquadrature fisse, attraverso ombre e buio, fuochi e luce, sul tema dell’anzianità e il senso del tempo che trascorre verso la “fine”.

Cinquanta registi documentaristi non soltanto italiani. Otto titoli sono stati preselezionati per la fase finale e proiettati al pubblico nel chiostro della Chiesa di San Domenico, di cui tre sono stati premiati dalla Giuria composta prevalentemente da esperti di cinema e documentaristi; per l’edizione 2021 della Rassegna Internazionale “Vittorio De Seta” di documenti etnografici che, intende nel panorama internazionale del cinema documentario demo-etno-antropologico, promuovere presso giovani registi l’interesse per il cinema etnografico e l’Antropologia visuale.

L’evento della Federazione Italiana delle Tradizioni Popolari (F.I.T.P.), presenti tra gli altri il presidente Benito Ripoli ed il vice presidente Gerardo Bonifati, che ne ha curato la direzione artistica e l’organizzazione, insieme ad un autorevole comitato, dopo una serie di difficoltà dovute alle restrizioni per l’emergenza Covid, il 19 dicembre scorso, ha dato vita all’evento tenutosi a Noci, in provincia di Bari.

 

 

 

 

 

 

Il primo premio è andato al film “Padenti foresta” di Marco Antonio Pani, “Per aver sapientemente declinato le potenzialità offerte dal mezzo cinematografico in una efficace ricerca etnografica di grande impatto visivo e sonoro”. Il secondo premio è stato conferito al film “Shero”, di Claudio Casale, “per aver affrontato un tema di difficile trattazione narrando con garbo e intelligenza la vicenda di Shabnam che, con coraggio e determinazione, ha saputo trasformare il proprio dramma in prezioso insegnamento per le donne di oggi e di domani.

Mentre il terzo premio è andato al film “Il numero dei passi”, di Gianfranco Spitilli, “per aver saputo raccontare con semplicità l’esito del felice incontro tra il cineasta/ricercatore e il suo soggetto. Un’affascinante e toccante riflessione filosofica che coinvolge il senso stesso del vivere”. Oltre al premio in denaro, i tre registi hanno ricevuto delle prestigiose opere realizzate dal maestro orafo Michele Affidato.

Qualificata la Giuria composta da: Ignazio Figus Responsabile del Settore Produzione Audiovisuale dell’Istituto Superiore Etnografico della Sardegna e documentarista, Nino Graziano Luca Docente di costume e danza, Gianfranco Donadio Docente di Laboratorio di cinema e Antropologia all’Università della Calabria, documentarista, Andrea Simonetta documentarista e rappresentante F.I.T.P. e Giovanna De Giglio rappresentante Regione Puglia.

Questi i Film proiettati: Carne e polvere di Antonio La Camera, Inutile al mondo di Antonio Romagnoli, Shero di Claudio Casale, Il rito di Fabrizio Condino, Il numero dei passi di Gianfranco Spitilli, Padenti foresta di Marco Antonio Pani, 16 Horas Lencas Novenario di Mauro Alberto Velasquez e Gioja22 di Stefano De Felici.

La cerimonia di premiazione si è svolta con uno spettacolo suggestivo che ha reso omaggio a uno dei principali maestri del cinema documentario italiano, Vittorio De Seta, regista e sceneggiatore siciliano. La sua terra, in numerosi cortometraggi, così come pure la Calabria e la Sardegna dove nasce il suo primo lungometraggio, ‘Banditi a Orgosolo’ (1960).

Il film, interpretato da autentici pastori, analizza il fenomeno del banditismo sardo e nel 1961 vince il Premio ‘Opera Prima’ alla Mostra di Venezia. Nell’aprile del 2005 il Museum of Modern Art di New York gli dedica un omaggio proiettando proprio il suo film.