Mentre qualcuno va negli hotel e sui palchi «a prenotare assessorati in pieno stile vecchia politica», dimostrando una volta di più «scarso rispetto per il popolo calabrese», Pippo Callipo continua la sua campagna di ascolto a tu per tu con le persone che ogni giorno vivono e lavorano sui territori. Niente pulpiti preconfezionati né vecchie liturgie, solo il confronto diretto in prima linea con la gente, con la Calabria vera che è stata colpevolmente dimenticata da chi ha sempre pensato e continua a pensare solo a come spartirsi le poltrone.

Oggi il candidato alla Presidenza della Regione è stato nelle vigne Librandi a Rocca di Neto, nel Crotonese, dove ha incontrato i lavoratori e i titolari dell’azienda vinicola nota in tutto il mondo. «Per Pippo Callipo – ha commentato Nicodemo Librandi – parlano i fatti, la sua storia la conosciamo tutti: continua a investire e a creare posti di lavoro in una zona particolarmente difficile e ha mantenuto sempre la schiena dritta».
Nelle terre della tenuta Rosaneti, accompagnato dal candidato di “Io Resto in Calabria” Rori de Luca, Pippo Callipo si è confrontato con i lavoratori e i produttori parlando delle potenzialità e delle criticità di uno dei settori più importanti dell’agroalimentare calabrese. «Voi – ha detto Callipo – siete operai agricoli, io ho cominciato come operaio conserviero. Da decenni ormai in questa regione la politica parla una lingua diversa da quella che parla chi lavora. Noi e voi invece parliamo la stessa lingua e ci capiamo. Bisogna ascoltare le persone: i problemi dell’agricoltura li risolveremo con gli agricoltori calabresi, non consegnandoci a chi viene a pretendere assessorati ancora prima delle elezioni. Davvero qualcuno pensa – ha aggiunto – che si possa consegnare la nostra agricoltura alla Lega che, dopo casi come quello delle “quote latte” e dopo anni di insulti ai meridionali, ora vorrebbe fare della Calabria una colonia del Nord? Davvero qualcuno pensa che si possa mettere in mano la nostra Regione a chi non ha mai lavorato in vita sua e, magari, ora vorrebbe riscoprirsi meridionalista con un selfie? I calabresi – ha concluso Callipo – lo sanno, sanno chi può cambiare davvero le cose, e questa è la volta buona».