La primavera del 2020 ce la ricorderemo, non solo per l’emergenza sanitaria in atto ma anche per il freddo tardivo ed il maltempo che stanno attanagliando la nostra regione fino alle basse quoti, come non accadeva dal lontano 2003. Questa mattina molti abitanti del cosentino e del crotonese si sono risvegliati imbiancati anche a quote collinari, con locali accumuli li dove la neve è un’eccezione anche d’inverno.

Ecco gli scatti inviatici dai nostri utenti:

Longobucco (Cs, Sila Greca 784 m. s.l.m.) Di Carmen Parrilla.


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Caloveto (ionio cosentino, 385 m. s.l.m.) Di Pietro Flotta.



Rossano alto (ionio cosentino, 270 m. s.l.m.) Di Giovanni Santoro.



Oriolo (Pollino orientale, Cs, 400 m. s.l.m.) Di Giuseppe Maradei.



Mormanno (Cs, Pollino centro-occidentale, 850 m. s.l.m.) Di Giuseppe Maradei. 



Albidona (Pollino orientale, Cs, 810 m. s.l.m.) Di Franco Middonno.



DIFFERENZA DELLA QUOTA NEVE ANCHE A POCHI KM DI DISTANZA: certamente avete potuto notare che le località imbiancate, localmente ed addirittura fino a quote basso collinari, hanno in comune un’esposizione geografica prettamente nord-orientale, fatta eccezione per Mormanno, favorito dalla latitudine e dall’altitudine. Come annunciato più volte nei nostri interventi, la Calabria è attualmente solo sfiorata da un’irruzione di aria fredda dalla natura polare continentale, molto pesante, che viaggia alle quote basse dell’atmosfera. Tale condizione, unitamente alla poca espansione del freddo sulla nostra regione, ha si favorito nevicate a quote basse sui versanti esposti (quindi quelli nord orientali di Pollino e Sila) ma al contempo non ha permesso alla neve di giungere alle medesime altitudini anche sul versante centro-occidentale, proprio perchè catene montuose come il Pollino e la Sila hanno agito da barriera protettiva. Ecco la motivazione per cui  non era possibile la neve a Cosenza città, ma non ha neppure raggiunto aree interne poste più a nord, come Castrovillari, dove i principali centri di calcolo vedevano (ma non è avvenuto) un temporaneo sfondamento dell’aria polare, e quindi qui qualche fiocco non si poteva del tutto escludere. Ricordiamoci umilmente che la meteorologia non è una scienza esatta e che le previsioni sono emesse su base probabilistica, non sono delle certezze, altrimenti si sarebbero chiamate “sicurezze del tempo”.