Per il Guardasigilli sono uno strumento e non una prova, come dimostra l'inchiesta di Bruxelles, e saranno oggetto di una spending review. Per l'Anm proprio il cosiddetto Qatargate smentisce l'ordine delle priorità sulla giustizia. È ancora scontro a distanza tra il ministro Carlo Nordio e le toghe sulle intercettazioni, ma anche sulle riforme a più lungo termine.

"Non c'è nulla di liberale nelle riforme costituzionali che il ministro Nordio sta annunciando", punge il presidente dell'Associazione magistrati Giuseppe Santalucia, e quello sulle intercettazioni è un "attacco a freddo".

Mentre a Roma è riunito il Comitato direttivo centrale, il parlamentino che rappresenta tutte le anime all'interno dell'Anm, il ministro è a Venezia, dove ha incontrato gli avvocati del Nord Est, ed è tornato a prefigurare un nuovo intervento sulle intercettazioni. Nordio cita una delle sue ultime inchieste da procuratore aggiunto proprio nel capoluogo veneto: "Bruxelles sta dimostrando quello che avevamo fatto con il Mose, che è l'ultima inchiesta che ho coordinato. Le intercettazioni devono essere solo uno strumento per la ricerca della prova e non la prova in sé", invece "purtroppo in Italia se ne è fatto un uso strumentale, come evidenza in sé, e un processo penale basato solo su intercettazioni, è un processo destinato a fallire".

Come ha già assicurato illustrando in parlamento le sue linee programmatiche, "per quanto riguarda i reati di terrorismo e mafia sulle intercettazioni non si tocca nulla", mentre "per gli altri va fatta una spending review". Un ragionamento che l'Anm rovescia, ritenendo dimostrato che si tratta di uno strumento imprescindibile. E ponendo a Nordio una questione di metodo. I magistrati tornano a chiedere, prima di avanzare qualunque ipotesi, un bilancio delle due riforme, quelle dei ministri Orlando e Bonafede, per verificare se effettivamente ci siano distorsioni.

"Non credo che ci siano stati casi che segnano una lacuna nella normativa", ha detto il leader dell'Anm, ma nonostante questo il ministro Nordio ha "ripreso un vecchio tema". "Credo che la cronaca di oggi - e penso a quello che sta succedendo in Belgio, con un'indagine che si è giovata fortemente delle intercettazioni - si sia incaricata di smentire l'ordine delle priorità del ministro". Dall'inchiesta in Belgio per corruzione che coinvolge parlamentari europei ed ex, secondo Santalucia arriva una "lezione di stile": "Nessun appello all'immunità, una forte collaborazione istituzionale" che "vorremmo potesse segnare nel quotidiano anche in Italia".