A volte l'uomo si sente "impotente" e "paralizzato" di fronte al male, alle guerre, alla corruzione. E invece la Pasqua ci spinge "ad andare avanti" perché Cristo con la sua resurrezione ha cambiato la storia. Allora "ricorda e cammina": è l'invito del Papa nella notte di Pasqua. Ricorda "il primo amore", "la tua Galilea", ovvero il momento nel quale hai incontrato Dio. E cammina per andare avanti e non restare immobile e senza speranza.

Il Papa è arrivato nella sera della veglia pasquale nella basilica vaticana, dov'erano presenti ottomila fedeli, sulla sedia a rotelle. La voce è apparsa a tratti affaticata. D'altronde questa è stata per lui una settimana particolarmente impegnativa, con le diverse celebrazioni del triduo pasquale, impegno che ha portato avanti nonostante il recente ricovero al Gemelli per una infezione respiratoria, fatta eccezione per la Via Crucis di ieri sera alla quale ha dovuto rinunciare a causa del freddo.

A volte "ci siamo sentiti impotenti e scoraggiati dinanzi al potere del male, ai conflitti che lacerano le relazioni, alle logiche del calcolo e dell'indifferenza che sembrano governare la società, al cancro della corruzione, ce n'è tanta, al dilagare dell'ingiustizia, ai venti gelidi della guerra", ha detto il Papa nell'omelia sottolineando che invece, come accadde per le donne che annunciarono la resurrezione di Cristo, "la Pasqua del Signore ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la pietra dei sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al futuro, perché Cristo è risorto e ha cambiato la direzione della storia".