La SATECA, gestore delle Terme Luigiane,  ha incontrato oggi 27 gennaio presso le Terme un folto numero di cittadini, dipendenti, imprenditori locali e organi di informazione per dare comunicazioni sull’acuirsi della controversia con le amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese.

 

L'incontro


Attraverso i suoi avvocati, Ivan Incardona ed Enzo Paolini, l’azienda ha illustrato la propria posizione sui motivi dell’interruzione delle trattative con i Comuni e le drammatiche prospettive che - così stando le cose - si delineano per l’imminente e le prossime stagioni, anche alla luce delle azioni giudiziarie in corso. La problematica è di estrema importanza per l’intera regione Calabria, a causa dell’impatto fortemente negativo che avrà sull’occupazione e sull’indotto di tutto il comprensorio, oltre che sull’offerta dei servizi al gran numero di curandi delle Terme Luigiane.

Nell’ultimo incontro, spiega la SATECA, le amministrazioni comunali,mutando la linea di ragionevolezza sin qui tenuta, ed espressa ripetutamente nei precedenti accordi siglati dinanzi al Prefetto di Cosenza – secondo cui la gestione temporanea chiesta a S.A.TE.CA. avrebbe dovuto proseguire fino alla definitiva conclusione della procedura di selezione e subentro del nuovo soggetto gestore – avrebbero voluto imporre una data ultimativa dell’accordo con S.A.TE.CA. Tale data è stata indicata dai Sindaci, inderogabilmente, nel giorno 30 novembre 2021, indipendente dall’effettivo subentro di un nuovo subconcessionario per le acque termali.

Ad una simile pretesa S.A.TE.CA. non ha potuto aderire, rilevando che,qualora alla scadenza del 30 novembre 2021 non dovesse essersi conclusa l’articolata procedura di individuazione e subentro del nuovo gestore, l’attività termale si interromperebbe automaticamente, con gravissime ripercussioni sulla certezza dei posti di lavoro e con drammatici effetti sulla sopravvivenza stessa dell’azienda e dell’indotto di tutto il territorio. La SATECA si è dichiarata, infatti, in crescente difficoltà ad operare in continua situazione di incertezza,senza poter chiudere accordi con tour operators, ottenere finanziamenti da istituzioni e operatori bancari e così via. Manterrà comunque fede all’impegno di restituzione volontariamente assunto con i Comuni, riconsegnando anche lo stabilimento San Francesco.

In una situazione così drammatica, prendendo atto della irragionevole ed irremovibile  pretesa dei Sindaci, i quali dovranno assumersi la responsabilità dei gravissimi pregiudizi che ciò comporta in termini sociali ed economici, non si può che auspicare l’immediato intervento del soggetto titolare delle acque termali, la Regione Calabria, sinora apparsa silente ed indifferente nonostante le numerose richieste di impegno da parte di personale, sindacato e azienda.

Numerosi interventi hanno auspicato la soluzione della controversia, anche stimolando una crescente mobilitazione dei 250 lavoratori, che vedono gravemente minacciato il proprio futuro. Fra esso molto incisivo è stato il discorso di don Massimo Aloia, parrocco delle Terme. Anche l’ing. Rodolfo Trotta, che da tempo segue la questione, si è espresso in questo senso, come pure la consigliera di minoranza del Comune di Acquappesa Sandra Ricco, Gerardo Calabria, rappresentante della CISL che si occupa della vicenda da molti anni, ha programmato una serie di iniziative da intraprendere con il personale se non ci sarà risposta all’ennesima richiesta di incontro rivolta alla Prefettura. L’assenza e il silenzio della Regione sono stati sottolineati da molti degli intervenuti. Ha concluso Dante Ferrari,amministratore delegato della SATECA, che ha spiegato come la questione relativa alla subconcessione,insieme alla crisi innescata dal covid ed al taglio del budget dello scorso anno, facciano intravedere un futuro sempre più nero e un serio rischio per la prossima stagione.