UIFor Unione Italiana Forfettari è il primo sindacato in Italia che nasce per tutelare tutte le imprese e i lavoratori che hanno scelto il Regime Forfettario. Un sindacato datoriale dinamico di datori di lavoro, di artigiani, professionisti e lavoratori autonomi – che svolge funzioni di tutela, assistenza, rappresentanza e altro, nei confronti dei propri soci. UIFor Unione Italiana Forfettari è articolata in divisioni e presidi territoriali con lo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi della categoria dei forfettari e di fornire servizi collettivi agli imprenditori e professionisti aderenti. UIFor, al pari delle altre Associazioni Datoriali, si occupa dei rapporti tra le imprese associate con il governo e le parti sociali, definisce insieme la stipula e i rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL).
L’imprenditore, l’artigiano o il professionista che si iscrive a UIFor può trarne tanti benefici, consente di restare sempre aggiornati sulla situazione economica attuale, sia generale, sia di settore, grazie a pubblicazioni riservate agli associati, grazie a meeting, corsi di formazioni e seminari. In termini strategici, può avere un canale di comunicazione privilegiato con le Istituzioni, sviluppare una rete di relazioni con gli altri imprenditori, artigiani e professionisti associati. L’iscrizione a UIFor, comporta in genere la stipula di una serie di convenzioni e accordi commerciali con aziende fornitrici di beni e servizi, creando così una rete di partner esclusiva a vantaggio delle imprese e professionisti associati, che possono così beneficiare dell’applicazione di un ampio ventaglio di condizioni privilegiate, nonché di significativi risparmi economici sui costi della propria attività. Dal punto vista operativo, l’adesione a UIFor permette inoltre di esternalizzare tutta una serie di servizi, che non tutte le imprese potrebbero gestire internamente, in particolar modo in termini di burocrazia e formazione. UIFor, inoltre, è strutturata per offrire anche un supporto agli imprenditori e professionisti associati nell’identificazione, richiesta e gestione degli incentivi e dei fondi messi a disposizione dalla UE, accompagnandoli in tutte le fasi della richiesta di fondi europei.
L’iscrizione a UIFor Unione Italiana Forfettari, agevola l’impresa e i professionisti nella risoluzione di eventuali dispute sindacali con i propri dipendenti e consulenti a partita IVA, mettendo quindi sullo stesso piano datore di lavoro, dipendenti e consulenti a partita IVA, grazie alla conciliazione di lavoro in sede sindacale. Si tratta di un metodo di risoluzione delle controversie di lavoro, alternativo al processo di lavoro, con cui il lavoratore, assistito da un’organizzazione sindacale, e l’impresa, assistita da un’associazione datoriale, definiscono le pretese, le rinunce e le transazioni con riguardo ad un rapporto di lavoro.
Perché l’esigenza di un sindacato per i Forfettari
Sono poco meno di due milioni le partite Iva che per la loro attività hanno scelto il Regime Forfettario. Dopo i recenti interventi normativi che hanno qualificato il forfettario come regime “naturale” e innalzato il fatturato a 85mila euro, il numero sta crescendo giorno dopo giorno. Nel primo trimestre 2023, infatti, sono stati circa 97.000 i soggetti che hanno aderito al regime fiscale forfettario, pari al 55% del totale delle nuove aperture. Con questi numeri siamo davanti ad una vera e propria categoria che va tutelata e valorizzata in modo dinamico. A ciò si aggiunge che gli imprenditori e professionisti forfettari pur essendo difesi dai rispettivi Ordini professionali o, più in generale, dalle varie Associazioni di categoria, rappresentano al loro interno, una minoranza difficilmente ascoltata. Da qui, la necessità di dare vita a qualcosa di mirato che sappia interpretare le loro necessità. Del resto, passando, come requisito, dai 65mila agli 85mila euro di fatturato, non siamo più davanti ad un semplice escamotage fiscale, volto a dare respiro a un'attività che si affaccia sul mercato, ma a qualcosa di più organico e strutturale.
Lo Stato deve considerare che i forfettari sono i soggetti che il Fisco controlla con maggior facilità. In primis, il contribuente forfettario non ha alcun interesse a percepire compensi in nero; anzi, con l’innalzamento della soglia di fatturato ad 85mila euro, sono state disincentivate tutte quelle condotte tese ad incentivare l’economia sommersa. Ma l’aspetto più importante è quello che riguarda i costi: la circostanza che le spese sostenute nello svolgimento dell’attività di impresa, arte o professione, rilevano in base alla percentuale di redditività attribuita, in via presuntiva, all’attività effettivamente esercitata, comporta, di fatto, il venir meno della necessità di “costruire” costi fittizi ovvero di portare in deduzione costi che sono, invece, indeducibili. Difatti, il regime forfettario si profila essere meno conveniente solo nei casi in cui il contribuente sostiene spese nettamente superiori rispetto a quelle presunte in base al coefficiente di redditività. Ma per le piccole partite IVA tale circostanza difficilmente si verifica: si pensi alle migliaia di professionisti o consulenti che svolgono la propria attività presso terzi e che quindi non sostengono direttamente i costi dell’attività professionale o di consulenza. Altro aspetto che spesso viene poi trascurato è che il “risparmio” fiscale che deriva dall’applicazione del regime forfettario comunque serve a sorreggere l’economia. I dati dimostrano che le partite IVA con volume d’affari tra i 60.000 / 85.000 euro sono migliaia e che proprio questi soggetti sono quelli che oggi sono in grado di spendere; sono soggetti che producono redditi importanti e che proprio perché applicano il regime forfettario, riescono a “produrre” una ricchezza che sono poi in grado di reinvestire nel mercato supportando l’economia. Pertanto, se davvero il nostro Paese vuole stimolare i giovani, favorire le famiglie, incentivare la natalità e far ripartire l’economia, occorre valorizzare e portare avanti il modello del regime forfettario.