Un milione e duecentomila firme non sono bastate a sfondare quel muro che avrebbe portato ad approvare in Italia, l’abrogazione dell’articolo 579 sul suicidio assistito.

La Corte Costituzionale boccia, così, il referendum sull’eutanasia, motivato dal fatto che il quesito referendario non rispecchierebbe la Costituzione italiana e i suoi diritti minimi, definendolo "inammissibile". L’abolizione di una parte dell’articolo 579 del Codice penale, inoltre, andrebbe a compromettere la legge che definisce l’omicidio consenziente.

Si riaccende fortemente un dibattito sui pro e i contro dell’esito della sentenza, che aveva creato un forte divario tra chi è ancora fortemente legato al valore in trascendibile della vita e chi, invece, considera anti-democratico non poter avere la possibilità autonoma di scegliere sulla propria vita.

La voce dell’iniziativa referendaria per rendere legale l’eutanasia è Marco Cappato, dell’associazione di promozione sociale Luca Coscioni, il quale, venuto a conoscenza della bocciatura, ha espresso il suo dissenso, promettendo che continueranno a portare avanti questa battaglia: “Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti.“ afferma Marco Cappato “Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina".