L’azione, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria e dai Carabinieri, ha consentito di disporre provvedimenti a tutela di due minorenni di San Luca, rispettivamente di 12 e 15 anni, per offrire loro un progetto concreto di vita “in piena aderenza ai valori civici”, allontanandoli, così, da un “concreto pericolo di devianza”, dato dal contesto familiare e di gruppo in cui sono cresciuti. È questo, in sintesi, un risultato concreto del progetto “Liberi di Scegliere”, Accordo Quadro siglato nel luglio 2017 dal Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Interno, la Regione Calabria, Uffici Giudiziari minorili calabresi e rinnovato nel novembre 2019 con l’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari Opportunità, del MIUR, della CEI, della Direzione Nazionale Antimafia e della rete di associazioni “Libera“.

Tutto ha avuto inizio lo scorso febbraio, quando i Carabinieri di San Luca, nel corso di una normale pattuglia in paese, si sono accorti che in via Aurelia un palo dell’illuminazione pubblica era stato danneggiato tramite alcuni paletti in legno, sradicati da una aiuola poco distante. I militari dell’Arma hanno così deciso di approfondire la questione e, anche grazie alla visione dei filmati di alcune telecamere presenti in zona, sono arrivati a identificare i responsabili: due minorenni, di cui uno tra altro non imputabile penalmente perché infraquattordicenne. Del fatto i militari hanno informato la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, rappresentando nel dettaglio il contesto delle famiglie d’origine dei due minori: due ambienti difficili, contigui alla criminalità organizzata ‘ndranghetista. Due ambienti, dove i genitori e i parenti hanno numerose pendenze penali e di polizia anche gravi, dal sequestro di persona a scopo di estorsione, all’associazione di tipo mafioso, all’associazione finalizzata al narcotraffico. Elementi questi, che hanno indotto il Tribunale a ritenere che il futuro dei due minori fosse potenzialmente a rischio, e con concrete possibilità di finire nella rete mortifera della criminalità organizzata. È scattato, dunque, un provvedimento a tutela dei due interessati che, limitando la responsabilità genitoriale, affida i minorenni ai servizi sociali, nomina loro un curatore speciale, e li avvia ad un programma specifico, con il supporto del servizio sanitario territorialmente competente e di una rete operativa di strutture ed enti, tra cui l’associazione “Libera”, con compiti di assistenza, anche psicologica, lontano dai condizionamenti del contesto di provenienza.