Una nonnina che sventola una bandiera rossa: è la statua che è stata eretta a Mariupol in onore della anziana che si è rivoltata contro i soldati ucraini nel momento in cui questi le hanno offerto del cibo.

La statua è divenuta un simbolo russofilo nella città ucraina ormai presieduta, quasi interamente, dall’esercito di Putin. In mezzo alle macerie, spunta la figura della nonnina che sventola la bandiera raffigurante il vessillo con la falce e martello, tutta in nero, in stile sovietico, con un fazzoletto in testa.

La foto della statua è ben presto diventata virale, e resa nota inizialmente dalla Nexta TV, media bielorusso di opposizione, a seguito della fama che la signora aveva acquisito nelle regioni del Donbass, diventando una vera e propria icona per i russi.

La storia della donna ha preso piede nei vari canali Telegram, raccontando come questa aspettasse i soldati ucraini sventolando la bandiera sovietica. Questi, accorsi in aiuto alla donna portandole del cibo, hanno preso la bandiera dalle mani della donna e l’hanno calpestata. A tale visione, l’anziana ha reagito in mal modo, gettando il cibo addosso ai soldati ucraini e dicendo loro di andarsene, poiché quella che stavano calpestando era la bandiera per cui erano morti i suoi genitori.

La reazione della donna è diventata, per i russi, un simbolo di orgoglio e patriottismo, tanto da diventare una statua.