La Calabria è la prima regione a mobilitarsi con lo sciopero di quattro ore promosso dai sindacati Cgil e Uil, contro la Legge di Bilancio del Governo Meloni definita "iniqua", che durerà, toccando diverse regioni, fino a venerdì 16.




"Per quattro ore - hanno fatto sapere i sindacalisti parlando dal palco allestito in piazza Prefettura a Catanzaro, dove si è tenuta la manifestazione - circa il 50% dei dipendenti di alcune aziende ha aderito allo sciopero".

In una giornata fredda e piovosa, sono state un migliaio le persone scese in piazza per ascoltare i segretari generali calabresi Santo Biondo e Angelo Sposato e il segretario confederale nazionale Cgil Emilio Miceli.

"Tutte le misure assunte dal Governo - ha sottolineato Miceli - hanno un'unica destinazione: tralasciare il Mezzogiorno e provare a riequilibrare a nord. Forse lì c'è un pezzo del patto interno al Governo.

In generale, se vogliamo semplificarla, è una manovra che sposta le risorse dal lavoro dipendente al lavoro autonomo, anzi, verso i ceti più alti del lavoro autonomo con in più, un elemento selvaggio che è il voucher, che ha rappresentato in passato un elemento di corrompimento delle persone e di precarizzazione e che viene ripristinato in forma errata.

Per questo è iniqua. Perché ferma la rivalutazione delle pensioni, inserisce i voucher e raffredda tutti gli investimenti al sud: le zone economiche speciali; gli investimenti infrastrutturali e questo è l'elemento che ci preoccupa di più".
Uno sciopero a cui non ha aderito la Cisl. "Forse dovremmo abituarci - ha spiegato Miceli - a vivere l'articolazione dei sindacati come uno degli elementi della discussione politica, non credo sia un dramma. Il filo critico, però, c'è sempre.

La posizione della Cisl non è filogovernativa, anche loro muovono delle critiche. La Cisl pensa che i tempi e i modi di maturazione siano diversi.

Noi, invece, riteniamo che il segnale vada dato subito, perché se incoraggiassimo un governo come questo a continuare l'opera di destrutturazione di un modello di difesa sociale costruito nel corso della pandemia sarebbe sbagliato".
Per Angelo Sposato "la Calabria e il sud hanno più ragioni per scioperare, perché questa manovra, di fatto, cancella il sud e alcune misure importanti rispetto ai temi del lavoro. Reintrodurre i voucher significa precarizzare il lavoro in una regione come la nostra che purtroppo ha tanto lavoro nero, precariato e sfruttamento.

Nella legge non si fa una lotta all'evasione e si premiano gli evasori. Non c'è nulla sull'alta velocità e ci sono solo interventi timidi sulla Statale 106. Si tolgono risorse alla salute e all'istruzione". Gli fa eco il segretario regionale Uil.

"È una Manovra pericolosa - ha detto Biondo - perché se la prende con i giovani, con le fasce più deboli e con le donne. Nel Mezzogiorno, poi c'è una motivazione ancora più seria per stare in piazza che è l'articolo 143, messo in fondo alla Legge di Bilancio da un manovratore che vuole la secessione del Paese. Quello non è regionalismo differenziato.

I Livelli essenziali nelle prestazioni (Lep) non saranno più determinati e finanziati, secondo quanto dice la Costituzione, sulla base del fabbisogno reale del Mezzogiorno e della Calabria, ma in base alle volontà politiche di questo governo che trascura il sud.

Chi dice di essere d'accordo prenda una posizione chiara. Lo diciamo anche al presidente Roberto Occhiuto. Quell'articolo dice che al sud arriveranno le risorse che il nord ci concederà.

Tutto questo viola la Costituzione. Intervenga il presidente della Repubblica. L'articolo venga messo fuori dalla manovra di Bilancio perché si mette in discussione l'uguaglianza sociale e tra i cittadini".

Alla manifestazione erano presenti, dopo aver annunciato l'adesione, il sindaco del capoluogo Nicola Fiorita e il sindaco di Crotone Vincenzo Voce.